22 luglio 2025•14 min lettura
Papiri di laurea: una tradizione che non smette di far ridere

Chi ha frequentato un’università nel Nord Italia sa bene cosa succede dopo la proclamazione: il neolaureato viene travestito nei modi più assurdi, circondato da amici pronti a prenderlo in giro, tra fiumi di alcol, cori, risate e sfottò. E a far da sfondo a tutto questo, c’è sempre lui: il papiro di laurea appeso in bella vista, pieno di rime irriverenti, disegni esagerati, foto compromettenti e racconti imbarazzanti.
Altro che cerimonia in aula magna. Qui il vero spettacolo va in scena tra cori da stadio, travestimenti improbabili e un pubblico armato di gavettoni e bicchierini. Il laureato legge ad alta voce il testo del papiro e cerca di risolvere un cruciverba sulla sua vita, tra risate generali e flash di telefoni puntati addosso come fosse una rockstar, ma con molta meno dignità.
Ma da dove nasce questa usanza?
Le origini non sono chiarissime, ma la tradizione sembra affondare le radici nel Nord Italia, in particolare tra le università di Padova, Bologna e Pavia. Inizialmente, era poco più che uno scherzo tra amici: una caricatura del laureato con una poesia in dialetto o in rima baciata, che raccontava in modo ironico la sua vita da studente.
Col tempo, il papiro si è evoluto, diventando un vero e proprio “documento” celebrativo, spesso accompagnato da travestimenti, giochi imbarazzanti e festeggiamenti che durano ore.
Oggi, anche se ognuno ha il suo modo di festeggiare la laurea, il senso resta lo stesso: prendere in giro con affetto il festeggiato, celebrarne i momenti più buffi e salutarlo (almeno idealmente) nella sua transizione verso il mondo del lavoro.
Vediamo quindi quali sono le parti fondamentali che compongono un papiro di laurea ben riuscito, partendo proprio dall’alto: l’intestazione.
L’intestazione del papiro di laurea
La parte superiore del papiro di laurea è solitamente riservata all’intestazione, una sorta di apertura solenne che dà al tutto un’aria (falsamente) istituzionale.
Qui si inserisce spesso il nome completo dell’università frequentata dal laureato, accompagnato – nei casi più curati – dal sigillo o dal logo dell’ateneo, riprodotto in grande, al centro o nell’angolo in alto a sinistra. Subito sotto si trova la data della laurea, seguita dal nome e cognome del festeggiato e dal titolo di studio appena ottenuto.
È una parte che imita l’impostazione grafica dei documenti ufficiali, ma che, inserita in un contesto goliardico e pieno di battute, crea un contrasto volutamente esilarante.
Serve a dare al papiro un tono “serio” per qualche secondo, prima che la caricatura e la poesia distruggano ogni parvenza di dignità.

Esempio di intestazione del papiro:
> Università degli studi di Padova
> 15 giugno 2025
> Mario Rossi
> si è laureato in Storia
Il cuore del papiro di laurea: la caricatura

Se c’è un elemento che attira subito lo sguardo in un papiro di laurea, è senza dubbio la caricatura del festeggiato. Un disegno esagerato e ironico che mette in scena, in modo divertente, le passioni, le abitudini e i momenti simbolici della sua vita.
Capelli spettinati, espressioni buffe, oggetti che richiamano il suo corso di studi o i suoi hobby: ogni dettaglio è pensato per strappare una risata e raccontare qualcosa di vero in chiave comica.
C’è chi viene rappresentato in toga tra pile di libri e tazzine di caffè, chi come un supereroe, chi circondato da amici e simboli della vita universitaria. Se ti servono spunti, dai un’occhiata ai nostri esempi di caricature e lasciati ispirare.
Non tutti hanno un amico con il talento giusto. E anche quando c’è, servono ore di lavoro, pazienza e una buona dose di abilità per rendere i tratti del laureato in modo ironico ma riconoscibile.
Così spesso si finisce per rivolgersi a disegnatori freelance o caricaturisti, arrangiandosi poi con il resto del papiro.
Ci siamo passati anche noi, quindi sappiamo bene quanto sia un delirio mettere insieme un papiro: idee da raccogliere, disegnatore da trovare (che sia affidabile), testi da scrivere, impaginazione da gestire… il tutto mentre nel frattempo si organizza anche la festa. Una maratona logistica che, sì, alla fine fa ridere tutti, ma nel mentre fa sudare più della sessione estiva.
È per questo motivo che abbiamo creato papirodilaurea.it, il nostro sito per creare caricature di laurea: un progetto pensato da ex studenti per facilitare la creazione del papiro, mantenendo tutto lo spirito goliardico ma con strumenti moderni e accessibili.
Sembra impossibile? E invece funziona davvero. Con il nostro servizio puoi creare caricature personalizzate per il papiro di laurea in pochi minuti. Ti basta descrivere i dettagli che rendono unico il laureato, e il gioco è fatto.
La creazione è guidata passo dopo passo e, se non hai le idee chiarissime, ti aiutiamo noi con spunti da cui scegliere. Il disegno ti arriva in alta qualità e in meno di un’ora, pronto da stampare. Riceverai 5 varianti della caricatura via email entro 1 ora. Niente più messaggi infiniti con disegnatori su WhatsApp, niente più settimane d’attesa.
E questo è solo l’inizio.
Stiamo lavorando per permettere, presto, anche la creazione del papiro completo, già impaginato e pronto per essere stampato e appeso alla festa. Tutto direttamente online, con strumenti semplici da usare anche per chi non ha mai aperto un programma di grafica.
Il testo in rima: la poesia goliardica che accompagna la caricatura
Se la caricatura è il volto esagerato e divertente del papiro, il testo in rima è la sua voce: una lunga poesia che racconta la storia del laureato, spesso con toni scherzosi e irriverenti.
Di solito è un mix di aneddoti, momenti imbarazzanti, successi e fallimenti, cotte adolescenziali e avventure universitarie. Più la rima è pungente, più fa festa.
Spesso il “poeta” del gruppo è un amico con un talento improvvisato per le rime, o almeno qualcuno che si mette d’impegno per inventare versi e strofe. Ma non è una cosa semplice: trovare il ritmo giusto, evitare di essere troppo pesanti o, al contrario, troppo banali, è un equilibrio delicato.
Il cruciverba di laurea: enigmistica alcolica e memoria selettiva

Subito dopo la poesia in rima (che il laureato legge tra una risata e un bicchiere di troppo), entra in scena un’altra tradizione sempre più diffusa: il cruciverba di laurea.
Ma non stiamo parlando di quelli della Settimana Enigmistica: qui le definizioni sono prese direttamente dalla sua vita, e le risposte sono nomi, date, soprannomi imbarazzanti e segreti che credeva dimenticati.
Il laureato, armato di pennarello e zero lucidità, deve indovinare ogni parola sotto pressione, mentre intorno partono cori da stadio, risate di scherno e, puntualmente, lo shot di punizione per ogni errore.
È un mix tra un quiz della memoria, una prova di amicizia e una piccola vendetta collettiva. Perché, si sa, niente unisce un gruppo come ricordare al laureato qualche situazione imbarazzante.
In fondo, è questo lo spirito del papiro: prendere tutto quello che il laureato vorrebbe dimenticare… e scriverlo a caratteri cubitali davanti a tutti.
Se vuoi creare un cruciverba personalizzato da zero, ti conviene provare il nostro generatore gratuito di cruciverba di laurea: puoi inserire tutte le parole più divertenti e significative della vita del festeggiato e scaricare il risultato in formato SVG, così da poterlo stampare o ingrandire senza perdere qualità, adattandolo a qualsiasi dimensione e supporto.
Un lavoro di gruppo
Al di là degli aspetti tecnici, il papiro è soprattutto un lavoro di squadra. Ci si riunisce per buttare giù idee, si cercano foto vecchie nei gruppi WhatsApp, si scambiano messaggi per ricostruire episodi dimenticati. C’è chi scrive, chi impagina, chi stampa, chi si occupa del costume che il laureato dovrà indossare, chi porta da bere.
In un’epoca dove tutto passa attraverso i social, il papiro rappresenta ancora un momento concreto e condiviso. È carta, colla, forbici, stampante. Ma anche risate, fatica, tensione e soddisfazione. Un oggetto fisico che, una volta finita la festa, resta. Viene appeso in camera, conservato con cura o tirato fuori ogni tanto per una risata malinconica.
I ringraziamenti (seri e meno seri)
La parte finale del papiro è spesso dedicata ai ringraziamenti, un modo per coinvolgere tutte le persone che hanno fatto parte – direttamente o indirettamente – del percorso universitario del laureato.
Qui si può dare spazio sia a messaggi sinceri e affettuosi, sia a battute taglienti e ironiche. L’equilibrio tra lacrimuccia e risata è tutto: si ringraziano mamma e papà per il sostegno (anche economico), gli amici per le notti insonni pre-esame, i coinquilini per aver sopportato sfoghi e crisi, e magari anche quell’ex che ha avuto la geniale idea di lasciarlo/a proprio prima della tesi.
Qualche esempio tipico:
- Sempre presenti (anche troppo): mamma e papà
- Non ha mai capito che cosa studiassi, ma mi ha voluto bene lo stesso: la nonna
- Supporto tecnico e morale H24: coinquilini e coinquiline
- Venuti solo per il prosecco e il buffet: gruppo amici storici
- Si ringrazia l’ex per aver fornito materiale emotivo alla poesia
Può essere anche l’occasione per citare chi ha ideato o contribuito al papiro: “Un grazie speciale a chi ha avuto la (folle) idea di mettersi a scrivere tutto questo”.
Insomma, è l’ultima sezione, ma non meno importante: serve a chiudere in bellezza e a far sentire tutti parte del momento, con affetto e tanta autoironia.
Una tradizione che guarda al futuro
Nonostante la digitalizzazione, o forse proprio grazie a essa, il papiro non è mai stato così vivo. Cambia forma, si adatta, si evolve.
E proprio per questo sta iniziando a superare i suoi confini originari. Sempre più studenti di università in tutta Italia stanno adottando questa tradizione, spesso ispirati da amici del Nord o da qualche post virale sui social.
L’obiettivo, per chi come noi ci crede davvero, è far conoscere il papiro di laurea ovunque. Perché il valore non sta solo nella risata del momento, ma in quello che rappresenta: un rito collettivo, una forma di affetto, l’inizio di un grandissimo cambiamento per il laureato.
Conclusione
Se hai un amico o un’amica che si sta laureando, non aspettare l’ultimo minuto. Metti insieme le idee, cerca gli aneddoti, coinvolgi il gruppo e comincia a costruire il suo papiro.
Che sia fatto a mano, impaginato al computer o creato online con un servizio, non importa. Quello che conta è il pensiero, l’impegno e la voglia di rendere quel giorno ancora più memorabile.
E se ti serve una mano con la caricatura, beh… sai dove trovarci.